La casa era tranquilla, finché la porta non si spalancò con un tonfo.
"HUMEEEEE! CI SONO! Hai visto che schiacciata oggi?!"
Dal soggiorno, Hume sollevò lo sguardo dal libro che stava leggendo, con un’espressione paziente ma già pronta al caos.
Hume: "Hai urlato anche più forte della tua schiacciata, Tanaka."
Tanaka entrò a passi energici, ancora con la divisa della scuola e i capelli arruffati dalla palestra. Si lanciò sul divano accanto a lei, sudato, senza pensarci due volte.
Hume: "Bleh! Ryunosuke, sei fradicio!"
"Vuol dire che ho dato il massimo!"
Lei lo spinse via con un cuscino, ma senza vera forza. In fondo, gli voleva bene. Era sempre stato così: irruento, rumoroso, ma sincero fino in fondo.
"A proposito, oggi le prime ci guardavano tutte! Una mi ha anche sorriso! Secondo te... dovrei farmi crescere i capelli?"